Riteniamo non accettabile la vaghezza, ed una buona dose di supponenza, con cui l’Assessore regionale ai trasporti Corsini e il responsabile settore viabilità Ferrecchi hanno risposto alle istanze dei Consiglieri nell’audizione in Commissione Unione del 6 febbraio 2023 dedicata all’autostrada Cispadana.
Non è accettabile assistere a Ferrecchi che corregge l’Assessore sul fatto che i finanziamenti per l’autostrada Cispadana non sono compresi nei 7,2 miliardi della proposta di partenariato pubblico privato avanzata da Autobrennero al Governo, aspetto per altro confermato dalla stessa Autobrennero, nella persona del Direttore Costa, al Corriere del Trentino l’8 dicembre 2022. E non è accettabile la vaghezza con cui entrambi sostengono l’impegno della Regione a finanziare una ulteriore parte, peraltro non prevista nel contratto di concessione, dei costi per l’autostrada quando già oggi la spesa pubblica per l’autostrada ammonta a 539 milioni di cui 339, una sessantina ancora da definire, a carico della Regione e 200 a carico del Governo, più ulteriori circa 400 milioni (quantificazione risalente al 2015) per le opere di adduzione, sempre a carico della Regione. Risorse pubbliche spese per un’opera che, lo ricordiamo, nel 2004 fu sottratta alle Province con la promessa che sarebbe stata realizzata esclusivamente con denaro privato.
Numeri offerti per un quadro economico volutamente molto vago che fa sostenere a Corsini l’insostenibile, ovvero che realizzare la strada a scorrimento veloce (già fatta per un terzo) costerebbe al pubblico come realizzare l’autostrada (studio presentato da Donini nell’agosto 2019 ma che si riferiva ad una superstrada a due corsie per senso di marcia). Forse l’assessore non sa che il progetto per la strada cispadana, attualizzato ai costi odierni, costerebbe sui 250 milioni, meno della metà dell’attuale impegno per l’autostrada, per non parlare dei tempi di realizzazione che sarebbero notevolmente inferiori. Da ricordare che la stessa Regione ha fatto la scelta più opportuna nel realizzare i tratti mancanti di strada da Reggiolo a Parma con abbinato potenziamento della rete ferroviaria Parma-Suzzara-Poggio Rusco dove del resto arriva anche la tratta da Ravenna via Ferrara anch’essa in via di potenziamento su scelta regionale.
Nessuna risposta a chi ha chiesto se con l’autostrada cispadana si corre il rischio della Pedemontana Veneta (altro precedente la BRE.BE.MI. lombarda), anch’essa nata con finanza di progetto (Project financing), con pedaggi risultati nettamente inferiori rispetto a quelli previsti e i cui costi, molto più alti di quelli ipotizzati nel progetto, sono stati scaricati sulla regione Veneto. Rischio che corre anche la Regione Emilia-Romagna.
Ma la risposta più stupefacente arriva alla domanda se sono stati considerati i costi ambientali dell’opera. Secondo l’assessore non è pensabile spostare su ferro il trasporto su gomma, smentendo di fatto tutti gli strumenti pianificatori della Regione (accordo Regione- RFI del 2009 e con i maggiori movimentatori regionali del 2017 per spostare il più possibile merci dalla gomma al ferro, quello del 2021 a seguito della conferma “dell’accordo intermodale ferroviario ERIC regione trasportatori merci Cluster intermodale regionale Eric – Mobilità 2018”) in un territorio fra i più inquinati d’Europa e al quarto posto in Italia per consumo di suolo.
Poi un’altra NON risposta alla domanda con quali soldi verranno manutentate le aree verdi date ai Comuni come compensazione del danno ambientale provocato dal passaggio di una autostrada.
E i tempi per l’avvio dei cantieri? Solo poche settimane fa lo stesso Corsini prometteva l’apertura dei cantieri nel 2024, oggi dice che quella data “è un auspicio” e non può “scolpirlo nella pietra”.
Unica risposta è stata quella di ribadire che la scelta fatta dalla Regione non è discutibile. E se di fronte a questa affermazione poteva essere prevedibile la posizione dei consiglieri non di area Pd, ha suscitato scalpore l’intervento di un Consigliere storicamente “allineato” che di fronte a tanta fumosità ha citato il vecchio detto: “passata la festa gabbato lo santo”. Una chiara allusione al fatto che oramai non ci crede più nessuno alla favola dell’interessamento di Autobrennero alla Cispadana autostradale. Una allusione che mina alle fondamenta il progetto regionale. Da tutto questo si deduce che il progetto autostradale è ancora in alto mare con un territorio che ha estrema necessità di una viabilità consona alla importanza economica che esprime (2,5% del PIL nazionale solo per il bio-medicale).
Risposta che può dare solo una infrastruttura a carattere locale e connessa alle principali reti ferroviarie. Una strada cispadana che sarebbe già stata realizzata se fosse stato seguito il crono programma del 2002, che prevedeva la fine dei lavori di completamento della strada tra il 2007 e il 2009. Solo ad oggi almeno 15 anni buttati al vento per inseguire un’autostrada non funzionale alle esigenze di mobilità di cittadini e imprese.
In conclusione si può dire che l’unica cosa certa è la totale incertezza sui tempi, sui costi, sugli impatti ambientali e sulla reale utilità di una arteria autostradale che è fuori da ogni schema futuro di mobilità sostenibile come, ancora una volta, ci chiede l’Europa dal 2002.
Vogliamo veramente perdere altro tempo a rincorrere un progetto faraonico, dannoso e irrealizzabile ?
Silvano Tagliavini
Portavoce Coordinamento cispadano No autostrada – Sì strada a scorrimento veloce